Un inedito intervento di Paolo Pajetta nell’ex Casa Canonica della Cattedrale di Ceneda

Silvia BevilacquaASC9, ComunicazioniLascia un commento

pgraziani
Abstract

L’occasione della Verifica di Interesse Culturale per palazzo Graziani, già casa canonica della Cattedrale di Ceneda, ha portato l’attenzione su questo edificio di pregio e ha consentito di ricostruirne le vicende del Novecento, da quando cioè l’immobile è stabilmente diventato di proprietà ecclesiastica.
Dal punto di vista della storia artistica vittoriese questa è stata però l’occasione preziosa per scoprire e studiare il ciclo pittorico che decora il salone del piano nobile, un intervento che era del tutto sconosciuto alla critica. Si compone di estese porzioni decorative floreali e trompe l’oeil ad accompagnare quattro ampi riquadri di paesaggio che sviluppano il tema del ponte, in cui si confrontano la bellezza della natura e l’ingegno dell’uomo. L’individuazione in una collezione privata di un disegno di Paolo Pajetta, databile al 1860, ha consentito di assegnare l’intero intervento a questo pittore dell’Ottocento vittoriese, noto soprattutto per essere il padre di Pietro, artista che è una vera gloria locale.
Il catalogo degli interventi decorativi di Paolo Pajetta, che attende la costituzione di un suo personale catalogo, si arricchisce ora di un punto fermo. Si tratta di un utile tassello sotto l’aspetto cronologico e per la precisazione del suo linguaggio pittorico, con un interessante spiraglio anche sulla relazione tra disegno preparatorio e opera finale. 

Already the canonical house of the Cathedral of Ceneda, palazzo Graziani’s Verification as a site of Cultural Interest led to the increased prominence of this precious building, allowing for the reconstruction of its history in the twentieth century, when the building permanently became ecclesiastical property.
With regards to the artistic history of Vittorio Veneto however, this proved to be a valuable opportunity to discover and study the pictorial cycle that decorates the hall of the main floor, an intervention that had been hitherto completely unknown to critics. It consists of portions of extensive floral decorations as well as a trompe l’oeil, alongside four large framed landscapes, creating a bridge theme that compares the beauty of nature with the ingenuity of man. The identification, in a private collection, of a drawing by Paolo Pajetta dating back to 1860, made it possible to credit this entire intervention to the nineteenth-century painter from Vittorio Veneto, known above all as the father of Pietro, an artist who is a true local icon.
Paolo Pajetta’s catalogue of decorative works, awaiting the creation of his personal catalogue, has now been enriched by this landmark discovery. It is an important piece of the puzzle both from a chronological point of view, and in clarifying the artist’s pictorial language, which also provides a fascinating insight into the relationship between preparatory drawings and final works.

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Silvia Bevilacqua

Vittoriese, laureata in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi sul Monumento Caminese. Nel 2000 fonda con alcune colleghe l’associazione culturale sintesi&cultura e con questo gruppo tutto femminile si è a lungo occupata della gestione dei servizi dei musei civici vittoriesi avviandone anche le attività didattiche. È membro della Commissione d’Arte Sacra della Diocesi di Vittorio Veneto e collabora con enti e gruppi per attività divulgative a carattere storico artistico. È docente di ruolo di Storia dell’Arte presso il Liceo Classico e Lingusitico statale “A. Scarpa” di Oderzo.

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