Tra XV e XVI secolo, con l’esaurirsi dell’importanza difensiva della “chiusa di Serravalle”, nasce l’esigenza di ripensare gli spazi sul monte di sant’Augusta. Tra gli esiti di questa riqualificazione vi è la cosiddetta “Casa del custode”, un edificio a oggi privo di studi specifici, di cui si ignoravano origini e vicende costruttive. Grazie a una ricognizione documentaria che ha permesso di rintracciare un considerevole numero di testimonianze inedite – tra queste ben trentasette inventaria bonorum, realizzati tra il 1516 e il 1684, e un Catastico risalente al 1755, corredato di illustrazioni che definiscono posizione, confini e caratteristiche principali dell’edificio – è stato possibile identificare proprietari e fruitori della struttura e ricostruirne le principali fasi costruttive, rappresentate in particolare da due successivi ampliamenti, riconducibili cronologicamente tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo e tra il 1529 e il 1531.
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