L’articolo prende in considerazione la presenza di elementi allogeni nel Veneto nord orientale, al di là e a nord del fiume Piave, in un periodo compreso fra l’Alto Medioevo e il secolo XVI, quindi circa mille anni. Per primi arrivarono, in età tardo romana e nell’Alto Medioevo, i “barbari” per lo più di etnia germanica (Goti, Alamanni, Longobardi, Sarmati, Bavari), dei quali non esiste, a parte il caso degli Alamanni del 554, documentazione probante, se non toponomastica, con tutte le incertezze del caso. Si segnala tra l’altro l’esistenza di una decina di fare, ascrivibili alla prima conquista longobarda, segnale del rilievo strategico di questa zona.
Nei paragrafi successivi si delinea la presenza di agricoltori tedeschi nelle Prealpi meridionali già nel Duecento, cui segue, a partire dal secolo successivo, l’insediamento di osti e artigiani nelle città principali, specie a Serravalle e Conegliano lungo la Via Regia e inoltre a Portogruaro e lungo la valle del Piave. Per finire si indicano le scarse tracce di agricoltori, forse sloveni, nell’area vicina al Friuli, e la successiva presenza di immigrati per motivi economici e poi di profughi schiavoni sparsi ovunque, ma localizzati in particolare tra Oderzo e Portogruaro. Per ultimo si citano i profughi albanesi in fuga davanti ai Turchi: si tratta per lo più di ecclesiastici, che in alcuni casi si radicarono.
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