Per un’analisi politico-giuridica dei documenti cenedesi di concessione dei diritti portuali nel X secolo e delle strategie veneziane di egemonia economica sulla terraferma veneta
La navigazione fluviale del tratto intermedio del fiume Livenza è documentata da alcuni placiti che vanno dall’epoca berengariana (X sec.) al secolo successivo, documenti che ne mettono in evidenza il ruolo fondamentale nella connessione commerciale tra l’area nord Adriatica, ed in particolare con il porto Veneziano, con l’area oltralpina.
Se l’enfasi nelle concessioni portuali va temperata dalle dinamiche che – nel quadro intraregionale – evidenziano una certa diffusione dei processi di concessione con beneficiarie le chiese locali, l’analisi della documentazione del XI secolo evidenzia invece il lento processo di infiltrazione nell’entroterra del potere veneziano che viene rinsaldato, nell’ultimo quarto, da un vero e proprio presidio istituzionale rappresentato dal controllo operato da una famiglia che riveste il ruolo di ufficiale pubblico a Ceneda e nel vicino comitato di Vicenza.
L’articolo cerca di delineare le fasi salienti di questo processo che porta nei secoli della crisi del regnum Italiae al progressivo controllo dei Veneziani delle principali enclaves portuali, mettendo in luce, già quattro secoli prima dell’effettivo dominio politico, l’instaurarsi delle condizioni per quello economico del territorio.
Condividi