Da Ponte, l’America e il “buon selvaggio”

Ermanno Malaspina - Mattia Calcagno - Alberto CrottoASC 4, Studi & ricercheLascia un commento

Abstract

L’Accademia Poetica del 1776 costituisce, come è noto, un punto di svolta nella vita di Da Ponte, per le tesi roussovianamente innovative che il Poeta vi sostiene per la prima e ultima volta. I Carmi latini che la punteggiano (I, V, VIII, XI) sono stati comparativamente meno studiati e godono in generale di una valutazione ingenerosa, come componimenti d’apparato e freddamente imitativi. Proseguendo un filone recente di studi sui testi latini di Lorenzo Da Ponte e più in generale sulla sua cultura classica e dopo aver pubblicato il lungo Carme VIII, in questa sede i tre autori si dedicano ai 100 distici dell’Elegia I, di cui sono presentati testo critico (Ermanno Malaspina), prima traduzione italiana (Mattia Calcagno) e un commento esaustivo (Alberto Crotto): questa nuova lettura permette di vedere come il testo, pur intessuto di richiami letterari, soprattutto a Virgilio, Orazio e agli Elegiaci, sia nel complesso meno riuscito del Carme VIII a causa di una struttura instabile e frammentata. Da punto di vista contenutistico emerge invece molto bene l’acquisizione dei postulati roussoviani sul “buon selvaggio” e la loro integrazione nel filone classico del Mito dell’età dell’oro.

As is well known, the Accademia Poetica of 1776 constitutes a turning point in the life of Da Ponte, due to its innovative Rousseauian theses, which the Poet supported for the first and last time. The Latin poems that punctuate it (I, V, VIII, XI) have been comparatively less studied and are generally unfavorably appraised, as coldly imitative compositional devices. Following a recent trend of studies on Lorenzo Da Ponte’s Latin texts, and his classical culture in general (including the authors’ own edition of Carmen VIII), the paper presents a critical edition of the 100 couplets of Elegia I (by E. Malaspina), the first Italian translation (by M. Calcagno), and an exhaustive commentary (by A. Crotto). This new edition allows us to see how the text, despite its web of literary references – above all to Vergil, Horace and the Elegiac poets – is generally less successful than Carmen VIII, due to its unstable and fragmented structure. As regards the content of the poem, the paper sheds new light on the acquisition of the theses advocated by J.J. Rousseau regarding the “noble savage”, and their integration into the classical topos of the Golden Age Myth.

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